Mostra “GENIUS LOCI”

Galleria Annovi è lieta di annunciare l’inaugurazione di “GENIUS LOCI”, sabato 24 settembre alle ore 18.30, la mostra composta da quattro artisti: Mattia Anderlini, Oscar Baccilieri, Michele Omiccioli e Ersilia Sarrecchia.

GENIUS LOCI

testo a cura di Rosa Cascone

L’impegno di una mostra non è cosa da poco. Il solo trovarsi di fronte a un’opera pone infatti criticità immediate: Cosa mi smuove? Cosa vedo? Cosa imparo? 

A seconda del luogo e della società in cui l’opera viene esposta, le reazioni del fruitore sono spesso differenti, identificando non tanto l’opera in sé, ma piuttosto il carattere di appartenenza di chi la guarda. L’insieme dei legami e delle qualità localizzate personificano il genius loci, ovvero lo spirito della città, un’entità soprannaturale legata al luogo. La città infatti deve avere arte per dare immagine alla sua natura, deve avere un’idea di sé per alimentare e manifestarsi e gli artisti sono coloro che, quasi inconsciamente, esprimono questa necessità che non si riflette solo nell’identità del loro genius loci, ma alimentano questa stessa consapevolezza proprio nel fruitore. Vedere e vivere l’arte è come vedere uno spaccato della terra e della società da cui si proviene.

Le opere di Mattia Anderlini, Oscar Baccilieri, Michele Omiccioli e Ersilia Sarrecchia sono uno sguardo alla terra generosa e materica, una terra di rispetto e opulenta condivisione. Gli artisti invitati a esporre indossano la veste dei sacerdoti e dei maghi che con il loro fare arte dànno sfogo all’intimità del genio.

Mattia Anderlini, ed esempio, ritrova l’espressione nei ritratti femminili: volti di donne, simbolo di fertilità e bellezza, si affacciano dalla tela osservando dall’alto il fruitore senza giudizio, anzi con una sorta di curiosità che aleggia dall’opera verso il fuori. Inoltre i colori a olio si presentano come un composto materico, una pittura sostanziale fatta di spatolate da cui queste donne manifestano, nelle varie sfumature, una forte essenza. 

Oscar Baccilieri invece, utilizza una tecnica del tutto personale: riprendendo materiali diversi spesso legati alla natura, realizza opere di pittura scultorea in cui la tridimensionalità esplode sulla tela.

I paesaggi naturali raffigurati sono quelli della terra d’origine, reinterpretati. La serie di collage esposti sono formati da frammenti di carta vetrata dipinta e poi ritagliata con cui Oscar crea; quando è dorata, sembrano monete che immergono i soggetti in uno spazio – tempo non identificato, come mosaici bizantini.

Michele Omiccioli, unico proveniente da Fano, presenta qui un vocabolario di segni. Le sue opere sono mondi intricati e pieni, bocche lingue occhi urla che esplodono e investono il fruitore. L’accento drammatico della bulimia dei segni rispecchia la distorsione della realtà che l’artista percepisce e che esprime mosso da una necessità remota e innata. Insieme alla pittura Michele si esprime anche con le parole con cui descrive il disagio contemporaneo “Il bello è stato colorato, additivato, irriconosciuto. Piuttosto la userò come un piccolo specchio sul rifiuto del presente. Proverò a tracciare debolmente le linee di un sublime equivoco e pazzo, ad attizzare un’estasi negativa che le ultime generazioni abitano fin troppo bene”.

Ersilia Sarrecchia infine, insegue con la sua pratica sentimenti di gioia e di vita, un movimento continuo di energia che si esprime negli animali e nella femminilità. La sua è una pittura istintiva in cui il gesto pittorico caratterizzato da forti colori è una danza vitale, segni sulla tela e parole spesso non dette, che si susseguono in un eterno ritorno di emozioni e scosse. 

Attraverso i quattro linguaggi e le emozioni da cui le opere nascono, gli artisti ci narrano una terra forte, decisa e materica in cui i colori e gesti ne determinano le forme e le loro emozioni si fanno portavoce di un sentore collettivo in cui si possono comprendere aspetti inizialmente estranei, ma che con la rivelazione del Genio si fanno realtà condivisa.

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