Nato a Milano nel 1962, dove tuttora vive e lavora, Mimmo Iacopino si forma nell’ambito della fotografia di still life, ( allievo di Studio Azzurro dal 1978 al 1985 ) esperienza durata 25 anni che avrebbe determinato anche la sua particolare direzione artistica. Dal 1986 iniziò infatti a sperimentare il linguaggio pittorico dapprima con i mezzi tradizionali, poi utilizzando diversi materiali.
Seguendo il principio dadaista le sue opere accolgono infatti elementi compositivi insoliti, quali fili mouliné in cotone, nastri di velluto,di raso, metri da sarto, da banco, righelli, termometri, ritagli di spartiti musicali e di testi letterari. Materiali decontestualizzati rispetto al loro abituale campo di esistenza, assunti a elementi artistici e composti in trame e orditi geometrici o ispirati a modulazioni aritmetiche, seguendo regole matematiche di ordinata follia, come attentamente seppe leggere Maurizio Sciaccaluga in occasione di una sua personale, Cinquantasettegradi, tenutasi nel 2004. Lo stesso principio si riscontra nelle opere create attraverso la manipolazione digitale di oggetti quotidiani, fotografie ipnotiche ed enigmatiche dove ciascun elemento assolve la funzione di segno moltiplicato. Se l’importanza dell’uso del colore nella sua ricerca è stato oggetto di diverse letture critiche in occasione di importanti collettive, da L’Opera al Nero curata da Marisa Vescovo nel 2005 a Cromofobie, ordinata da Silvia Pegoraro nel 2009, il principio compositivo utilizzato è stato oggetto di una interessante lettura di Ivan Quaroni in occasione della collettiva PATTERNS, tenutasi a Meda nel 2008.
Frequente è stato il riconoscimento della notevole manualità di Iacopino, necessaria per comporre, intrecciare e fissare sulla tela i diversi materiali. Tra i premi e le menzioni recenti ricordiamo che la sua opera è stata premiata al concorso PROMOCARD, tenutosi contestualmente a MiArt 2007; da segnalare poi il diploma ricevuto nel 2008 a San Pietroburgo in occasione della Biennial VII International Festival of Experimental Art, mentre l’artista è risultato finalista al Concorso COMBAT PRIZE di Livorno, nel 2010. Oltre ad essere presente nelle più note fiere d’arte nazionali e internazionali, quali MiArt a Milano, Art First a Bologna, Artissima a Torino, ArtVerona a Verona e Artforum a Berlino, Iacopino ha esposto in diverse sedi pubbliche e museali, frequentemente in Russia, a San Pietroburgo, Mosca e a Minsk. Di recente nel 2014, con la mostra pubblica “Elogio della levità” a Villa Filippini a Besana Brianza e nel 2015 al museo GNAM di Roma nella mostra “corporate art”. Un bel po’ di strada compiuta, dunque, dalle prime collettive con gli artisti del gruppo Portofranco, iniziate nel 2000, o prima ancora dalla collettiva con la quale debuttò sulla scena dell’arte, nel 1992. Per sapere dove ci porteranno i suoi segreti intrecci creativi, oggi possiamo, semplicemente, seguire le trame e i percorsi delle sue opere.
(laria Bignotti)